domenica 31 ottobre 2010

Da Daniela De Pietri, una riflessione su Ruby

Ieri è arrivato, nella mia posta di consigliera comunale. il curriculum di Assmaa Bou…... nata a Casablanca nel 1992. E’ arrivata in Italia all’età di 10 anni con la sua famiglia. Assmaa dopo la scuola media ha frequentato un istituto professionale per tre anni e a 16 anni ha iniziato a cercare lavoro.

Assmaa è orfana di madre (è morta di cancro al seno nel nostro ospedale 4 anni fa ), ha tre fratelli di cui una, la più piccola, con la sindrome di Down. Assmaa è intelligente, bella, divertente . Assmaa , se si tralasciano alcune esperienze lavorative come cameriera o aiuto-parrucchiera, non riesce a trovare un lavoro, come le tante figlie italiane e immigrate di un paese immobile, crudele e ancora asservito a vecchi clichè.

Assmaa è Ruby. Ruby è Assmaa.

Sono queste le scelte che hanno davanti a sé le giovani donne immigrate dal Nord-Africa.
Mi sorprende e mi delude che nessuno/a proprio nessuno/a di quelli che scrivono sui giornali non abbia speso due righe della propria pietas nei confronti di una giovane donna, immigrata quando era bambina dal proprio paese, affidata a una comunità e con evidenti disagi, che è stata sfruttata, tradita e usata da uomini e donne laidi e potenti.

Nosheen, 20 anni, pakistana, è ancora in coma, massacrata dal fratello che voleva farla sposare a un cugino di 50 anni.

Nosheen è Ruby, Ruby è Nosheen

Dipende da chi incontri sulla tua strada .

Se non dimostreremo che c’è anche un altro mondo fatto di diritti, di rispetto, di merito, di ambizione, di accoglienza, queste giovani figlie saranno sempre preda di un orco che, travestito da benefattore le renderà schiave

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